È stato un ritorno lungo, anche l’andata per la verità non è stata da meno. In effetti raggiungere la regione settentrionale più lontana dal Veneto doveva per forza comportare un lungo andata e ritorno. Dovevo chiudere la casellina ancora bianca della regione ancora non bagnata da me per un torneo. Quest’anno ne ho bagnate due, quelle mi mancavano, due delle tre regioni settentrionale a statuto speciale. La Val d’Aosta rappresentava per me solo qualche ricordo di studi elementari, con i fiumi Dora, il Gran Paradiso, i monti più alti d’Italia e d’Europa, la sensazione (questa non me l’avevano insegnata a scuola) di essere in un’Italia poco italiana. E il torneo di scacchi? Bello, peccato perché poco frequentato, e sì che i premi erano ricchi e numerosi, chi lo sa!? E io? Io finalmente bene, dopo un parziale ancora aperto di negatività assoluta registrato sull’asse, si fa per dire, Ravenna-Bolzano-Perugia. In Val d’Aosta ho realizzato una performance di 2084, su sei partite due vinte due patte due perse, ho perso solo con avversari oltre i 2100, ho vinto con quelli a me prossimi di rating, ho pattato con due over 2000. C’è da migliorare: la tenuta mentale, perché le due patte sono capitate dopo che i miei avversari me le hanno chieste e in ambedue i casi lo hanno fatto in partite perse o quasi. Le due sconfitte invece sono maturate poche mosse dopo le mie, ignorate, richieste di patta, in partite giocate comunque con grande intensità fino all’ultimo. Va be’, nel complesso non mi lamento, anche perché la prima patta con un over 2000 l’ho ottenuta col n. 1 del torneo, tale MF Ustianovich 2398 ELO FIDE. Questa partita la vedremo, se l’avessi vinta me la sarei messa da solo come candidata al premio di bellezza; l’ho giocata con coraggio e intensità, ma non me la sono sentita di rifiutare la richiesta, avrei sofferto troppo se avessi perso. Eppure si sa, quando uno che ha quasi 400 punti più di te ti chiede patta vuol dire che è in grane. Vediamo questa partita e giudicate voi.