martedì, Dicembre 3, 2024
HomeNotizieIl ritorno a Cavarzere

Il ritorno a Cavarzere

Non è uno scrivere male il titolo della serie ancora in vita “Di ritorno da…”; qui si parla di un vero e proprio ritorno, esattamente 13 anni dopo il fattaccio. La foto ritrae un’immagine emblematica dell’epoca, l’immagine della stazione ferroviaria Cavarzere centro, meta di un sentito pellegrinaggio, sentito solo da due persone, il Phobos e il sottoscritto. Ci siamo fatti dei bei film su quell’edificio (non so come definirlo) a fianco di quel tratto di ferrovia a binario unico. E ci siamo fatti anche delle belle foto; qui ne vedrete solo una. Una di quelle che non vedrete ritrae il sottoscritto con notevoli capelli bianchi in meno e con una faccia sorridente, ignaro ovviamente che di lì a poco avrebbe disputato uno dei peggiori tornei della sua carriera: 1/6 con due patte e quattro perse di cui tre (!) buttate totalmente nel cesso e una decisamente do bire. C’è stato poi anche un inconveniente arbitrale sul quale non torno. Bene. Dopo più di un decennio decido di tornare sul luogo del delitto; lo faccio a sorpresa, senza dire niente a Phobos, rimasto decisamente esterrefatto nel vedermi apparire nel cortile antistante la sala torneo; lo faccio senza dire niente neanche a Deimos che lo viene a sapere solo leggendo queste righe. Phobos e Deimos, sistema binario con la dominante (magari i matematici veri, non improvvisati come me troveranno una definizione migliore). Phobos e Deimos con il primo che succhia energia al secondo quando entrambi partecipano a un torneo, cosa avvenuta poco tempo prima a Cesenatico, con Phobos che si inventa un 7/9 (6/8 + un punto forfeit per la precisione) e arriva sul podio, ma con Deimos alle prese con un simil mio Cavarzere di 13 anni fa. A Cavarzere di 13 anni dopo Deimos non ci va, ci vado io, come detto a insaputa di tutti, così per ridere, per ricordare il pellegrinaggio alla stazione ferroviaria (anche se quella specie di edificio è stato demolito), per provare a sostituirmi a Deimos a farmi succhiare l’energia da Phobos, per rimettermi a giocare visto che lo faccio sempre meno. Com’è andata? A Phobos meno bene che a Cesenatico (2.5/5 torneo B) con una colossale buttata nel cesso al primo turno; a me tutto sommato abbastanza bene (2/5 torneo A) con misero guadagno di punti (ma non andavo in serie positiva da due anni). Il torneo A era abbastanza forte: basti pensare che all’ultimo turno in ultima scacchiera trovo un 2000 con 0.5/4. 15 partecipanti nell’A, 17 nel B. Nessuno del B ha voluto emigrare all’A, cosa che avrebbe evitato il fastidioso bye (e la personale mia minaccia di prenderlo) a ogni turno. Comincio in quarta scacchiera, sono ovviamente pescato (sono il n. 11 e tale rimarrò alla classifica finale) da uno che viene dopo Vuelban (2300 e rotti), Mukic (idem) e Luciani (sui 2200 e rotti). Terapia d’urto quindi; solo dopo l’incontro vengo a sapere che il mio avversario era un 2108, non pochissimo rispetto a me. Come accade spesso, come sostiene il Genocchio (al primo turno tutti possono vincere contro tutti), non so come ma vinco ‘sta partita, scongiurando almeno per due turni l’incubo bye. Non la farò vedere, non è stata un granché, piena di errori per entrambi; rimarrebbe solo da capire (e mi sono anche dimenticato di chiederglielo) come mai si sia messo a pensare tantissimo a ogni mossa, sembrava il Pancho.

Al secondo turno balzo in prima scacchiera dove ci metto poco a capire che non ci sarei rimasto molto (due ore). Perché è il secondo turno, perché non vale più la “regola” del primo e quindi non posso vincere contro Mukic al quale non riesco a opporre resistenza.

Ma sono ancora al riparo dal bye. Al terzo turno (di solito quello che dà la svolta) c’è l’unica partita che vedrete. Al quarto becco il giocatore “più scarso” da me incontrato (1897), ma, a dispetto anche del suo nome, proprio non lo è. Prima d’incontrare me aveva perso solo con Vuelban e pattato con Luciani. Credo che Lorenzo Luigi Scarsella avrà una buona carriera. La situazione non era delle migliori: venivo da una partita buttata nel cesso, mi trovo di fronte un avversario dal punteggio più basso ma dal livello ragguardevole con la prospettiva di beccare quasi sicuramente il bye in caso di sconfitta. A differenza di quanto fatto nella partita precedente, avendo cioè dato un pedone con consapevolezza, a Scarsella glielo regalo per stupidissima disattenzione. Con questo pedone in meno gioco abbastanza bene quasi tutto il resto della partita fino a cederne un altro (di pedone) questa volta consapevolmente. Perdo perché la scelta seppur consapevole si rivela presto sbagliata. Mi salva il culo che mi fa evitare il bye perché l’altro candidato a prenderlo perde la sua partita, rimane a mezzo punto e quindi esce dal torneo. Dallo stesso (il torneo) esce un altro giocatore (per scelta ancora consapevole) e si crea una situazione non proprio simpatica con 12 giocatori attivi, uno che si trova senza avversario e un altro che deve abbandonare il torneo. Per fortuna arbitro e organizzatore decidono di rifare il turno in modo da attivare 14 persone e io mi ritrovo di fronte a quello che avrebbe preso il bye, lo stesso incontrato all’ultimo turno al torneo di Chioggia dell’anno scorso. Attaccandomi a quando si dice che la storia si ripete, mi auguro che succeda anche a me. Non credo che Aprile Martino pensi che io sia la sua bestia nera però non deve essergli piaciuto perdere con lo stesso avversario all’ultimo turno due volte di seguito. Ma se l’anno scorso la vittoria era stata netta, quest’anno direi proprio di no. Qui gioco abbastanza bene, prendo un pedone ma faccio fatica a contenere il suo controgioco. Alla fine, rischiando di soffrire per non perdere, arrivo a vincere grazie a un suo errore.

Alla fine il risultato è buono ma niente trionfalismi. Il torneo era comunque difficile ed è sempre più difficile fare punti in questi tornei dove emergono sempre nuovi giocatori preparati. Bene. È arrivato finalmente di vedere qualcosa di giocato.

 

Articolo precedente
Articolo successivo
Bruno Trangoni
Bruno Trangoni
Editore | Fondatore di A.D. Scacchi Oldřich Duras
Articoli collegati

1 COMMENTO

  1. Pregiatissimi,
    innanzitutto complimenti al giuocatore dei bianchi per il bel sacrifizio in c5 e per la non banale 22esima Axe5. Scorrendo le mosse mi sembrava saltasse all’occhio che il B. cercasse tatticismi sulla diagonale a2->g8 e allora mi son chiesto:
    “Non è che magari a un certo punto c’era un sacrifizio in f7?” e così nella mia pigra viltà ho controllato con il freddo compagno siliceo:
    24. Txf7
    che, a logica, sembrava funzionare: si cambia tutto in f7 e poi resta una Ta8 in presa. Anche l’ “amico Fritz” sembrerebbe concordare. Certo non è vinta, la qualità in più è un noto svantaggio psicologico per noi poveracci, ma rispetto a quanto giocato in partita il B. ha un pedone in più e sopratutto il N non ha più torri.
    Forse anche 24. Axf7+ era giocabile sebbene dopo la fredda 24…Rg7 la situazione sia tutto sommato per niente chiara e probabilmente per il B. peggiore che in partita…anzi sospetto che forse il B. abbia scartato l’idea di prendere in f7 proprio in considerazione di quest’ultima variante “invertita” dimostrando quindi, ancora una volta, che negli scacchi la proprietà commutativa, non paga granché.
    Grazie per queste pubblicazioni.

LASCIA UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli popolari

No. Non è più storia

Sì, è storia!

La doppia emme 💩💩

Commenti Recenti

DavidErory on Semo ancora tornai!
Giuseppe Maneschi on No. Non è più storia
Fabio Panciera on SERIE B!!!!!!
alexmax52 on SERIE B!!!!!!
Giuovane Scaiuolcher on Il ritorno a Cavarzere
Guarnez on No semo tornai
Administrator on Di ritorno da Pordenone
Giuovane Scaiuolcher on Di ritorno da Pordenone
Guarnez on Semo ancora tornai!