Prima giornata
Buona la prima della nostra squadra.
Sì, perché quest’anno parleremo solo dell’unica squadra iscritta al Campionato. Si diceva buona, perché ha ottenuto un ottimo pareggio contro la squadra che proviene dalla B, che in un passato non molto lontano (come testimonia la targa orgogliosamente esposta) è stata anche in A2, che può schierare le prime due scacchiere più forti di tutto il girone, insomma contro la squadra, non ce ne vogliano le altre, favorita per la promozione. E dire che proprio da una delle prime due scacchiere, a dispetto dei favori del pronostico, stava per arrivare una gradita sorpresa. Il nostro Biagioli, dopo poco più di un’ora di gioco, si trovava in vantaggio di materiale, due pezzi leggeri contro Torre e pedone. Vantaggio sicuro, sì, ma la partita era ancora viva e non era facile. Così è emersa a poco a poco la classe del quasi maestro Vianello e il nostro ha dovuto arrendersi. Peccato, ci siamo detti, ci poteva stare almeno una bella insperata patta.
Il sottoscritto ha invece giocato una discreta partita contro una avversario più forte (di punteggio ma anche di categoria) con il solo rammarico di aver ceduto troppo presto per aver creduto di prendere matto. Nella fattispecie, invece di dare la Donna per Torre e Cavallo (ma poi sarebbe caduto forzatamente un altro pezzo) per evitare il matto fantasma, si poteva continuare in posizione inferiore con un pedone in meno. A gioco corretto, come si dice di solito, si avrebbe perso lo stesso, ma intanto si rimaneva sulla scacchiera, abbondantemente entro i limiti della decenza, un altro po’.
Parliamo invece della bella impresa delle nostre due ultime scacchiere, chiamate, anzi quasi obbligate, a ottenere il 100% viste le quasi nulle speranze nelle altre due. Bravi Velluti e Zanetto che hanno eseguito appieno il loro mandato. Devo dire che ho seguito poco le loro partite, ero più concentrato sulla mia e su quella relativa alla mancata sorpresa. Il Radegondi mi dice “che sta soffrendo, come al solito”. La cosa non mi ha turbato più di tanto, anzi mi ha rincuorato il “come al solito”, perché, si sa, il nostro riesce molto spesso a sfangarla in situazioni precarie. E’ questo il suo punto di forza e pare che gli avversari non abbiano ancora saputo prenderne le misure. La sua partita è finita quasi in contemporanea alla mia, forse un attimo prima, ma non era chiaro chi avesse vinto. Dopo il mio abbandono, per un attimo ho temuto di essere sullo 0-3. Ebbene no, signori, il Pupillo ce l’ha fatta anche stavolta!
Ora non rimane che sperare nel Sior Zaneto, la cui partita avevo visto solo un po’ all’inizio. E’ chiaro che dover vincere per forza non sia salutare dal punto di vista psicologico, ma fatto sta che Sior Zaneto deve vincere per forza. Sembra tutto pari, qualche pedone più un Cavallo per ciascuno. Vado via per non creare pressioni. Poi il Biagio sempre ottimista mi dice che sta meglio perché si è creato un pedone libero sulla colonna a. Ricordo che recentemente ho vinto in questo modo una partita che dovevo vincere per forza, proprio così, con stesso numero di pedoni e un Cavallo ciascuno, con il mio pedone a libero. Ricordo che il Sior Zaneto aveva assistito a questa fase di quella partita. A questo punto ho pensato che la cosa potesse essere di buon auspicio. Il nostro, eliminando tutti i fantasmi dello scorso campionato, compiva le manovre giuste e si assicurava un vantaggio di materiale decisivo e ha tentennato solo un po’ quando la partita era stravinta e l’avversario non abbandonava.
Sarebbe bello che mettessimo qui le nostre quattro partite per poi commentarle e io chiederei proprio a Sior Zaneto di essere il primo.
Seconda giornata
Col botto, si potrebbe dire, ma diciamo anche con l’aiuto dell’ignudo popò (o della dea bendata se preferite). Ma che importa? Prendiamoci i due punti e portiamoli a casa e, soprattutto, continuiamo a sognare. La sfida col Cavarzere ha avuto luogo non in un luogo qualsiasi, trattandosi nella fattispecie di Palazzo Radegondi, definito dalla squadra avversaria la miglior sede di gioco esistente non solo in Italia. Giocare in un salone straripante di importanti riferimenti culturali a un metro e mezzo dal Canalazzo non è una cosa che accade di frequente. Il personale di Palazzo Radegondi ha poi allestito un enorme tavolo buffet con bibite e cicchetti (anche questi rari da vedere in competizioni scacchistiche). Il prezzo di tutto ciò? Un po’ alto se vogliamo, diciamo pure un punto individuale (se pur tardivo) concesso alla squadra avversaria. Sì, perché il nostro terza scacchiera, investito di ogni responsabilità organizzativa, ha pagato la tensione con una prestazione di sicuro al di sotto delle sue abituali capacità. Ci siamo sempre abituati a vederlo soffire, il nostro Pupillo Radegondi, e ci siamo anche abituati (bene) a vederlo sempre riemergere. Questa volta non ci è riuscito, ma ci sono riusciti alla grande gli spiriti del Palazzo suoi amici a distrarre nel modo opportuno al momento opportuno il nostro avversario di prima scacchiera.
La cronaca. Arriva abbastanza presto il primo punto in nostro favore; lo ottiene il nostro Matteo Guarnieri alla sua prima apparizione con la nostra maglia. Lo ottiene contro un avversario sicuramente a lui inferiore, ma lo ottiene con grande sicurezza e soprattutto rapidità. In un incontro a squadre è molto importante definire fin dall’inizio un certo equilibrio della sfida, cosa che, in questo caso, si è mantenuta sempre fino alla fine. Voglio dire che la nostra squadra è sempre stata in vantaggio dalla prima all’ultima conclusione di partita (1-0; 1.5-0-5; 2.5-0.5; 2.5-1.5). Quando si è in vantaggio e le altre partite sono alla pari, la pressione è ovviamente tutta su chi deve recuperare e questo può alterare una condotta di gioco. Dopo un altro po’ vediamo che in seconda scacchiera si va abbastanza dritti verso il cambio di tutti i pezzi e un finale pari (che si trasformerà presto in partita patta). In prima scacchiera sia il mio avversario sia il sottoscritto abbiamo fin dall’inizio fatto di tutto per non farci del male, quasi a voler far decidere agli altri l’esito finale della sfida. In terza scacchiera le cose sono un po’ diverse: il nostro Rade, come anticipato, soffre la posizione, ma siamo tutti convinti che presto la ribalterà. Ne è convinto anche Renier, mio avversario, dal momento che non si fida a propormi patta in una partita in cui (anch’io, ma sicuramente lui più di me) non può pensare di ricavare qualcosa più del mezzo punto. La reputazione del Velluti, giocatore spauracchio in grado di ribaltaresempre partite perse deve aver fatto il giro della laguna, altrimenti non si spiegherebbe l’atteggiamento di Renier che decideva di rimanere in gioco. Dal canto mio, se a un certo punto mi avesse chiesto patta, avrei fatto fatica a rifiutare, anche perché a quel certo punto le mie chance di vittoria (vive qualche mossa prima) erano irrimediabilmente compromesse. Così improvvisamente sono entrati in azione gli spiriti benigni di Palazzo Radegondi, non per aiutare il loro Pupillo, ma la sua squadra, la cui parte era ancora in gioco. Così spiriti e sirene del Canalazzo che passavano da quelle parti guarda caso in quel momento hanno incantato il mio avversario e lo hanno indotto a eseguire una delle poche mosse che perdeva. Una volta completata la cappella spiriti e sirene se la sono battuta per non correre il rischio di incantare anche me (ci sono andati vicino); così ho potuto eseguire l’unica mossa che vinceva. Il quadro si è completato con l’avversario di terza scacchiera che si avvicina a Renier per dirgli che avrebbe vinto, un istante prima di sentirsi dire dallo stesso che avrebbe perso. Raccolgo il felice dono di spiriti e sirene di Palazzo Radegondi e mi avvicino al nostro quasi a volergli dire che adesso era anche libero di perdere in santa pace.
A questo punto sarebbe bello vedere questa partita, più che mai, decisiva
Cari amici e compagni di scacchiere, postare una partita in cui si è perso e anche giocato male non è certo entusiasmante, ma, dato che mi è stato vivamente richiesto, lo farò lo stesso. Per mia e nostra fortuna questa sconfitta non ha precluso una brillante affermazione della squadra del Duras. Devo dire che le prime sensazioni che ho avuto di avere disputato una pessima partita si sono leggermente ridimensionate con l’analisi fatta al computer. Quello di cui posso rammaricarmi è di non avere saputo cogliere alcune occasioni che mi avrebbero permesso di recuperare una posizione che avevo compromesso sin dall’inizio. In pratica c’erano delle idee, per quanto poche e confuse, ma non le ho sapute concretizzare. Non ho dato seguito ad alcune “vellutate” che a fatica ero riuscito a preparare, e le famose “pupilliche” le ho viste solo quando ormai erano scadute. So che può sembrare strano il fatto che con due ore di tempo la mossa buona si veda soltanto un istante dopo avere compiuto la mossa cattiva, ma chi gioca a scacchi sa che può capitare. E a me domenica è capitato più di una volta. Comunque, guardiamola insieme.