È uno di quei luoghi in cui funziona dire ritorno a e ritorno da. Il da non ha bisogno di essere spiegato, basta andare in un luogo e aver la fortuna di tornare da esso ed ecco bello pronto il da. L’a invece corrisponde a un tornare sullo stesso luogo in cui si è già stati. È probabile che abbia già fatto lo stesso discorso, usando anche le stesse modalità sintattiche.
A Vimercate sono tornato dopo dieci anni, ho rivisto alcune persone che mi ha fatto piacere rivedere, sono stato accolto con un “ah, lei è quello famoso da Venezia…”. Non mi ha lasciato indifferente quest’accoglienza. Credo che a Vimercate tornerò, magari non dopo altri dieci anni; è un torneo ben organizzato, di buon livello, ho trovato degli ottimi arbitri, quasi sempre silenti, ma non per questo assenti, tutt’altro. Il torneo si svolge presso il centro culturale La Mongolfiera, interessante, al di là degli scacchi.
Il mio torneo? Tutto sommato buono, ci sono dei numeri a parlare, ma c’è per me anche la consapevolezza di aver giocato quattro buone partite, di cui due vinte e due perse con rimpianti. Una, quella che poteva essere vista in mondovisione, poiché in quarta scacchiera, forse per l’emozione della diretta, l’ho giocata piuttosto male.
Come accade spesso, faccio vedere le partite che perdo, in questo caso vedrete quelle dei rimpianti. La prima (e il primo) contro Gromovs, non un avversario facile, siamo d’accordo, però secondo me potevo averne la meglio. Giudicherete voi. Intanto va detto che questo qui dopo venti mosse aveva dieci minuti in più sul suo tempo dalla partenza, che vuol dire che non aveva pensato niente per queste prime mosse. La cosa mi ha un po’ infastidito, l’ho letta come una mancanza di rispetto per un avversario dal livello inferiore e anche per questo mi spiace non aver prevalso, poiché per quanto più forte di me potesse essere, non si sta parlando di GM, non dimenticando che quelli che ho incontrato finora non hanno avuto quest’atteggiamento.
Tra questa prima e l’ultima che vedrete ci sono state la partita di cui ho fatto cenno e altre due che hanno caricato il mio rating, ottenute con due avversari con 1973 e 1972 punti. Il primo era indubbiamente pericoloso, vista la sua tenera età (era un 2006), il secondo era meno tenero di età (era un 1959). Con questi due ho giocato due buone partite intense. Non le vedrete, vedrete solo quelle delle recriminazioni.
Con un 2/4 acquisito e con una variazione positiva in corso potevo pensare che il mio torneo fosse già confezionato, non dimenticando tuttavia che la precedente partita l’avevo giocata piuttosto male. A prescindere dalla prossima performance avevo comunque bisogno di ritrovare un minimo di qualità di gioco, possibilmente anche di fare punti. Il mio avversario di ultimo turno mi era stato presentato da miei conoscenti come uno che non conosce tanto le aperture ma molto competitivo, uno che non molla mai. Il suo rating, 2096, era di tutto rispetto.