venerdì, Aprile 19, 2024
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L’ago della bilancia

Ho visto nei giorni scorsi, o almeno mi è sembrato di vedere, alcune segnalazioni di visualizzazioni del sito. Forse di qualcuno, magari sempre lo stesso, che visitava il sito ogni giorno sperando di vedere qualcosa di nuovo. Non ho più visto negli ultimi giorni, o almeno non mi è più sembrato di vedere, ulteriori segnalazioni di visualizzazioni. Forse perché quel qualcuno, ormai sfinito e deluso nel non vedere aggiornamenti, si è giustamente stancato riponendo ogni brandello di fiducia nell’editor.

Non riponendo a mia volta dovuta comprensione per quel qualcuno, ho pensato bene di partecipare apposta a un torneo con il solo scopo di aggiornare il sito. Qualcun altro potrà dire che si poteva aggiornare anche senza far tornei, ma è ormai consolidata tradizione scrivere qualcosa dopo uno ritorno da o a. A proposito di questo, ho voluto cambiare il titolo, chiudendo, per sempre o provvisoriamente non lo so, il discorso coi ritorni. Questo mio ultimo torneo mi ha dato lo spunto per un nuovo titolo che richiama una ben nota, forse tra le più banali, metafora. Chi mi conosce un po’ di più, ma soprattutto chi si ricorda del mio giorno di nascita (a pensarci bene non è detto che se lo ricordi chi mi conosce di più), può trovare qualche riferimento col segno zodiacale che mi appartiene. Diversamente, che è come la intendo io, il titolo è proprio il richiamo alla metafora banale, così banale che vale la pena spiegarla. Quando si dice così significa che c’è qualcosa dal peso leggero che può far abbassare decisamente un piatto rispetto all’altro, più o meno così come indica la figura. Nel piatto basso (poteva essere anche l’alto, questione di scelte) possiamo collocare la mia prestazione a questo torneo cui ho voluto partecipare unicamente per soddisfare il solitario plurivisitatore di questo sito. L’ago nella fattispecie è la mia ultima partita giocata al quinto e ultimo turno: l’avessi vinta il torneo sarebbe andato bene (con conseguente alzamento dell’altro piatto), l’avessi pareggiata sarebbe stato un così così con un quasi livellamento dei due piatti. Avete capito che non è andata in nessuno di questi due modi.

Non vedrete questa partita, è stata una sorta di incubo senza risveglio e non ho voglia di riviverlo; vedrete quelle che pesano nel piatto che va giù, pesano perché sono due patte che potevano/dovevano essere vittorie. Più che l’ago finale conta questo paio di bicchieri mezzi vuoti, perché è così che ho deciso di vederli e credo che anche voi capirete perché.

Ma prima voglio raccontarvi un paio di aneddoti divertenti riguardanti il sottoscritto. Dopo il terzo turno, quello del secondo bicchiere mezzo vuoto, mi alzo dalla sedia, inciampo su non so cosa, perdo l’equilibrio, cado rovinosamente all’indietro travolgendo un povero signore che si trovava proprio lì. Rialzandomi ho visto i due spigoli di tavoli che ho sfiorato e così ho potuto rilassarmi e ridere pensando alla scena vista di fuori.

L’altro episodio è inspiegabile, se non per la tensione e la (motivata) preoccupazione alla vigilia dell’ultimo turno. Per chi non mi conosce dico che io detesto arrivare in anticipo agli appuntamenti. Sì, lo so, adesso scateno una valanga di ”tra le due meglio in anticipo che in ritardo.” Ecco, l’ho detta io quindi non c’è bisogno di ripeterla. Io voglio arrivare puntuale, né dopo né tantomeno prima. L’ultimo turno era fissato per le 15.00. Da casa mia alla sede di gioco ci vogliono 20’ di macchina. Siccome non voglio neanche arrivare in ritardo, faccio il possibile perché questo non avvenga. Faccio tutto quello che devo fare, mi metto in moto, arrivo in sede di torneo. Stranamente noto che ci sono poche macchine e ancor più stranamente vedo vuota la sala di gioco. “Ma come” penso “hanno spostato avanti di mezz’ora l’orario di inizio?” Guardando sempre ogni orologio, ogni segnalatore di ora esatta, non riuscendo mai ad accorgermene se non guardando l’analogico della sala di torneo, ho appreso di aver fatto tutto mezz’ora prima credendo che fosse mezz’ora dopo.

Poveri scacchisti! Quando perdono la testa sono peggio degli innamorati.

Ancora un non bando alle ciance per una breve descrizione dell’andamento del mio torneo. Al primo turno incontro Mrdja, per chi non lo conosce Maestro Internazionale rating 2292. Gioco una lunghissima partita, 77 mosse per 4h 30’, quasi sempre in svantaggio di un pedone. Finisco in un finale di Donne con un pedone in più per lui. Per poco non riesco a dargli perpetuo ma lui è stato molto bravo a evitarlo, pur avendo poco tempo (ricordo che ha fatto una mossa a 8” dalla fine).

Il secondo e il terzo turno li vedrete per esteso. Al quarto con 1 su 3 incontro Loiacono Leonardo. Per chi non lo conosce è fratello del gemello Antonio, entrambi 17enni e forti, rispettivamente rating 2242 e 2302. Aver trovato Loiacono al quarto turno con 1 su 3 non è stata una gran fortuna.

Del quinto turno credo di aver parlato già abbastanza, quindi, finalmente si può dire, bando alle ciance e guardiamo ‘ste partite.

Bruno Trangoni
Bruno Trangoni
Editore | Fondatore di A.D. Scacchi Oldřich Duras
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2 COMMENTI

  1. Ammetto che era un po’ che non passavo per il sito, mi è venuta la curiosità di vedere se c’era qualcosa di nuovo e non sono stato deluso! Torneo tosto, ma almeno sei riuscito a evitare di infortunarti! E poi dicono che gli scacchi non sono un vero sport…

    Ciao!

  2. Generally I don’t learn post on blogs, but I wish to say that this write-up very forced me to check out and do so! Your writing style has been surprised me. Thank you, very nice article.

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