mercoledì, Ottobre 8, 2025
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La grande depressione

Ho usato questo titolo con la certezza di averlo copiato da un qualunque manuale di storia contemporanea in cui sono praticamente sicuro che c’è un capitolo intitolato così.

Il titolo indica uno stato in cui mi trovo io, ma voglio subito chiarire, per non preoccupare nessuno, che si tratta di depressione esclusivamente scacchistica. Uno che si dichiara così potrebbe non aver molta voglia di parlare. Io invece seguo la Linea opposta perché, appunto, si tratta di depressione scacchistica. “Ma tanto è un gioco, c’è di peggio nella vita.” E su questo sono ovviamente d’accordo, però giocar male con continuità e subire sconfitte ugualmente con continuità non fa bene. Avere un rating più basso di più di 200 punti rispetto a qualche anno fa non fa bene.

Ma andiamo a scomporre questa conclusione ancora vaga ed emotivamente forte e cominciamo da ciò che per natura è meno vago, ma non meno forte. Parliamo di numeri: 2025. È un mio anno scacchisticamente horribilis. 4 tornei (per adesso, perché potrebbe non essere ancora finita), 3 da 5 turni, uno da 10 per un totale di 25 partite. Di queste 25 ne ho vinte 4, pareggiate 5 e perse 16. Numeri che non mentono, numeri senza pietà. Non ho ancora finito con loro. In questo anno horribilis ho perso la bellezza (si fa per dire) di una novantina di punti.

Per il momento coi numeri abbiamo finito. Parliamo ora di quest’ultimo torneo appena concluso. Non un torneo qualsiasi, non una città qualsiasi, non una civiltà scacchistica qualsiasi. La foto che si vede ritrae ciò che mi fa dire anche con enfasi di aver avuto a che fare con una realtà scacchisticamente evoluta. Quelle che vedete sono persone che rimangono sedute per ore a vedere le partite delle prime 9 scacchiere.

Il torneo ha visto la partecipazione di 339 giocatori, con diversi GM provenienti da varie parti del mondo. L’ha vinto il GM lituano Valery Kazakouski, con 9 (!) punti su 10, concedendo solo due patte ad altrettanti avversari. Rating iniziale: 2584 (ma dopo questo torneo supererà i 2600), età 25. Segniamoci questo nome.

Torniamo a me. Avevo partecipato a un’edizione precedente di questo torneo nel 2007. Da quella volta sono cambiate molte cose: il mio livello si è abbassato, mentre si è alzato quello generale del torneo. Chiamiamo pure il tutto subsidenza (la mia) e ingressione “marina” (degli altri). Oltre a questo dato devo anche registrare una tendenza ormai consolidata, par di capire, a ogni latitudine. Parliamo anche qui di un forte abbassamento. Questo riguarda l’età. Uno degli avversari da me incontrati era under 30, 5 under 20, 3 under 12. Il più “vecchio” da me incontrato aveva 32 anni. È un aspetto sicuramente positivo. Vedere così tanti giovani che giocano a scacchi fa bene al movimento. Aggiungiamo che da qualche anno in Spagna gli scacchi sono materia di insegnamento nelle scuole. Direi che sono molto ben strutturati. Intendiamoci: io ho fatto tornei (questo è il terzo) solo in Catalogna, non ho idea di come sia la situazione in altri contesti territoriali iberici, ma intanto direi che a livello di partecipazione, di struttura, di cultura scacchistica mi sembrano piuttosto avanti rispetto a noi italiani.

Torniamo ancora a me, perché il depresso (sempre come prima) sono io e l’autoanalisi la sto facendo io. Evidentemente sono tarato per tornei a 5 turni, perché questo di 10 ha conosciuto due fasi equamente divise. Molto semplicemente ho giocato bene una fase corrispondente a un semitorneo e male l’altra. La cosa più strana non è tanto la fase giocata male, ma l’altra. Dopo tre tornei monofase giocati maletto, dopo non aver più preso in mano gli scacchi, se non in tornei semilampo o amichevoli, dopo come sempre non aver studiato niente, improvvisamente ti butto lì 5 partite di buon livello. Vedrete due di queste 5. Va bene che sono in autoanalisi, ma masochista ancora non lo sono e esporre cose mie brutte non mi farebbe star bene. Vedrete una vinta e una persa. Comincerò da questa, che è stata quella decisiva. Credo di averla buttata un po’. A un certo momento avevo una qualità di vantaggio e un pedone in meno. Certo, era tutta da giocare e da conquistare, ma quantomeno non si doveva perdere. È stata una partita giocata bene da entrambi e il mio avversario, rating 2092 under 18, ha fatto veramente le mosse migliori, alcune delle quali poco previste da me. Ecco, a proposito di mosse migliori, nel semitorneo 1 ho quasi sempre giocato le migliori, nel 2 quasi mai. L’autoanalisi non mi porterà a capire perché.

La seconda partita è stata quella dell’esordio, contro un rating 2153 under 30. La metto per ultima per finire, si fa per dire, in bellezza.

Prego signore, si alzi pure dal lettino, questa seduta è finita. Non prenda pastiglie, ma stia lontano dagli scacchi per un po’.

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Bruno Trangoni
Bruno Trangoni
Editore | Fondatore di A.D. Scacchi Oldřich Duras
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